Gli italiani e le politiche europee per il Green Deal: indagine dell’Istituto Demopolis
Più di 6 italiani su 10 apprezzerebbero una rimodulazione delle scelte dell’UE che permettesse, con specifici limiti, la parziale prosecuzione della costruzione di auto diesel o a benzina
Da qualche mese, in Europa così come in Italia, sono iniziate a cambiare le sensibilità dell’opinione pubblica sulle politiche globali per la transizione ecologica. Poco meno di un quarto dei cittadini sostiene che, nella transizione verso le rinnovabili, sia necessario rinunciare del tutto, in tempi rapidi, alle fonti di energia fossile. Per il 45% serve farlo, ma solo progressivamente. Per il 32% servirà continuare a utilizzare in futuro petrolio, carbone e altre fonti fossili.
Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento. “Per mitigare la crisi dell’industria dell’auto – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – l’Unione Europea sembra tornare sui propri passi, ipotizzando di sospendere le multe alle case automobilistiche che non rispettino i parametri del Green Deal, permettendo così – con alcuni limiti – la parziale prosecuzione della costruzione dopo il 2035 di auto diesel o a benzina. Si tratta di una scelta apprezzata oggi da più di 6 italiani su 10″.
Dall’analisi effettuata da Demopolis in base alla collocazione politica degli intervistati, la possibilità di non vietare la costruzione di auto a benzina o diesel dopo il 2035 trova oggi un apprezzamento di fatto trasversale: la condividono oltre l’80% di chi vota Lega o Fratelli d’Italia, 7 elettori su 10 di Forza Italia. Ma il parziale passo indietro dell’UE sarebbe oggi apprezzato anche da quasi 1 elettore su 2 del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico. Largamente contrari soltanto i simpatizzanti di Verdi e Sinistra.
Nel complesso dunque, secondo l’indagine dell’Istituto Demopolis, il 58% degli italiani ritiene oggi opportuna una revisione delle politiche europee sul Green Deal. 1 intervistato su 3 valuta invece negativamente l’eventuale proroga dei termini fissati per lo stop all’uso delle energie fossili.
Intanto, tra i suoi primi atti nelle prime settimane alla Casa Bianca, Donald Trump ha deciso l’uscita degli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima. È una scelta che, nella percezione dell’opinione pubblica, inciderà in modo significativo sulle politiche globali di contrasto al cambiamento climatico: solo per il 18% degli italiani proseguiranno come prima. Per il 40% rallenteranno, mentre per il 35% si fermeranno del tutto.