Risultati dei sondaggi dell’Istituto Demopolis

Il peso elettorale di partiti e coalizioni nel Barometro Politico dell’Istituto Demopolis

Fratelli d’Italia con il 30% è oggi primo partito in Italia, con un vantaggio di 6 punti sul Partito Democratico, posizionato al 24%. Il Movimento 5 Stelle avrebbe l’11,2%. Forza Italia, con il 9,3%, supera la Lega all’8,7%. Si attesta al 6,5% l’Alleanza Verdi Sinistra. Più staccate, tra il 2,5% e l’1,6%, Azione, Italia Viva e Più Europa, con un’affluenza che resta sotto il 60% e 20 milioni di italiani che non si recherebbero alle urne.

È la fotografia sul peso dei partiti scattata dal Barometro Politico dell’Istituto Demopolis.

Con un consolidamento del processo di polarizzazione, i partiti di Giorgia Meloni e di Elly Schlein staccano le altre forze politiche.

Mentre si torna a parlare di legge elettorale, Demopolis ha analizzato la consistenza delle forze di maggioranza e opposizione. I 4 partiti dell’attuale area di Governo avrebbero insieme il 49%, le diverse forze di opposizione otterrebbero oggi nel complesso un punto in meno, il 48%, con il 30,5% attribuibile al Centro Sinistra, poco più dell’11% al M5S ed un 6,3% alle liste dell’ex Terzo Polo. 

Si rilevano tre tendenze particolarmente significative: la fiducia degli italiani in Giorgia Meloni cresce di 2 punti, passando dal 45% dell’autunno 2022 al 47% di oggi. Di segno opposto il trend sull’apprezzamento nei confronti del Governo, che risulta in calo di 4 punti, dal 43% dei primi mesi al 39% odierno. Nello stesso tempo si consolida ulteriormente il peso elettorale complessivo dei partiti di Centro Destra, che cresce dal 44% delle ultime Politiche al 47,5 delle Europee sino al 49% di oggi.

Come cambiano le priorità degli italiani

A conquistare i primi posti, nella scala delle priorità degli italiani rilevate dall’Istituto Demopolis, sono oggi la salute, con la richiesta di investimenti nella sanità indicata dall’80%, e il contenimento dell’inflazione, citato da tre quarti delle famiglie italiane, alle prese – da troppo tempo – con un crescente e preoccupante aumento del costo della vita. L’occupazione scende dal primo al terzo gradino del podio.

In questo contesto, il tema dell’immigrazione passa – nell’agenda dei cittadini – dal 70% del 2019 al 43% odierno, di fatto dal 2° posto di 6 anni fa al 7° posto di oggi.
La scelta del Governo italiano di allestire in Albania centri di prima accoglienza e trattenimento in cui trasferire parte dei migranti sbarcati nel nostro Paese divide da settimane l’opinione pubblica. La decisione, di fatto ancora inattuata per le mancate convalide della magistratura, vede favorevole il 44%, contrario il 45%.

L’indagine evidenzia una marcata differenziazione degli orientamenti in base alla collocazione politica: favorevoli ai trasferimenti dei migranti in Albania si dichiarano l’88% degli elettori di Fratelli d’Italia, l’83% di chi vota Lega e il 58% di chi sceglie Forza Italia. Il consenso sull’opzione albanese si azzera sul fronte opposto: l’iniziativa è apprezzata da meno del 5% degli elettori di PD, M5S e AVS.

Trump e le scelte di politica estera nell’opinione degli italiani

Dal 20 gennaio Donald Trump è tornato, per il suo secondo mandato, alla guida degli Stati Uniti con un impatto molto forte anche sull’opinione pubblica europea. Chiamati ad una prima valutazione sulle prime settimane del neo Presidente alla Casa Bianca, gli italiani si dividono: il 40% ne promuove le scelte, il 44% esprime un giudizio critico.

È il primo dei dati che emerge dall’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis, che ha analizzato la percezione degli italiani sulle prime posizioni assunte da Trump in politica estera.

Tra gli annunci più discussi quello di voler portare il Canale di Panama e la Groenlandia sotto il controllo degli USA. Per appena un intervistato su dieci è l’inizio di un nuovo periodo di imperialismo, per il 33% si tratta di progetti pericolosi. Ma la maggioranza relativa degli italiani, il 48%, ritiene si tratti solo di una provocazione per far pesare il ruolo di leadership economica degli Usa e ottenere vantaggi commerciali.

In merito all’evoluzione del conflitto tra Russia ed Ucraina, iniziato 3 anni addietro, il 60% degli italiani è convinto che, con Trump alla Casa Bianca, la guerra si concluderà rapidamente con un accordo tra i due Paesi. Scettico appare appena un terzo degli intervistati.

Molto dibattuto è il piano per Gaza esposto da Donald Trump: il trasferimento dei palestinesi che vivono nella Striscia in altre aree del Medio Oriente (in Arabia Saudita, in Egitto, in Giordania o in Siria). Gli Stati Uniti gestirebbero il controllo di Gaza, per ricostruirla e trasformarla nella «Riviera del Medio Oriente». L’ipotesi del Presidente Americano è condivisa da poco meno di 1 cittadino su 5, mentre il 68% degli italiani la ritiene sbagliata e poco attuabile.

Fra i primi atti dopo l’insediamento, il Presidente Trump ha inoltre deciso l’uscita degli Usa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. La scelta è condivisa da un quarto degli italiani, la ritiene sbagliata il 63%.


Demopolis ha chiesto se anche il nostro Paese, dopo Usa e Argentina, dovrebbe uscire dall’OMS: solo una minoranza, il 24% degli italiani, sarebbe d’accordo a seguire la scelta effettuata da Trump e Milei.

Secondo l’analisi in base alla collocazione politica degli intervistati, le posizioni appaiono molto divergenti. Favorevoli a lasciare l’OMS sarebbero il 75% di chi vota la Lega e poco più di 4 elettori su 10 di Fratelli d’Italia. Minoritari i pareri favorevoli negli altri elettorati: solo il 19% dei simpatizzanti di Forza Italia, 1 su 10 tra chi sceglie il M5S, il 7% degli elettori di AVS ed appena il 3% degli elettori del Partito Democratico.

Gli italiani e le sfide di Papa Francesco nell’anno del Giubileo

Il tema ispiratore dell’Anno Santo, la “speranza”, sembra intercettare le aspirazioni e le istanze dell’opinione pubblica: il 75% degli italiani è convinto che oggi la speranza sia in crisi nel mondo contemporaneo. Forte è l’auspicio che il Giubileo possa rafforzare l’attenzione sulle urgenze della società: è un’attesa che sopravanza l’aspettativa di messaggi di matrice strettamente spirituale.

Il 70% degli italiani spera che, nel corso del 2025, cresca l’impegno per la pace in tutte le aree di guerra. La maggioranza assoluta si augura che si rafforzi la lotta alle cause strutturali della povertà e della fame e l’impegno contro le disuguaglianze, temi che hanno contraddistinto – nella percezione collettiva – il Pontificato di Francesco. 


Sono alcuni dei dati che emergono dall’indagine condotta, all’avvio del Giubileo, dall’Istituto Demopolis.


“Il Pontefice – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – è oggi un riferimento di fiducia per il 76% dei cittadini. Papa Francesco, sin dal primo anno di Pontificato, è la figura pubblica della quale, in assoluto, gli italiani si fidano di più: ben oltre la fede o la pratica religiosa. Piace la sua sintonia con i bisogni reali delle famiglie, la chiarezza e la spontaneità delle sue parole”. 


Nel contempo, anche se in ripresa, si ferma al 45% la fiducia espressa dagli italiani nella Chiesa. Una distanza che si spiega, soprattutto, con la progressiva riduzione della pratica religiosa nel nostro Paese: si dichiara cattolico il 72%, ma poco più di un italiano su sei è di fatto praticante, va a messa regolarmente. 


Quali sono, nella percezione dell’opinione pubblica, i tratti distintivi del Pontificato di Bergoglio? Per 2 italiani su 3 – secondo la ricerca dell’Istituto Demopolis – il Magistero di Francesco si caratterizza per l’inesausto richiamo alla pace e alla fratellanza contro l’odio e le guerre. Il 60% ricorda inoltre l’attenzione di Bergoglio agli ultimi e ai più deboli, con un invito costante ad un ritorno al Vangelo. Oltre la metà cita la cifra comunicativa del Pontefice. Più di 4 su 10 rammentano l’attenzione verso i giovani come protagonisti del futuro, l’impegno per una Chiesa accogliente nei confronti di tutti e che sappia rinnovarsi ascoltando i segni dei tempi. Il 40% cita inoltre l’attenzione alla crisi climatica e alla tutela dell’ambiente come tratto distintivo del Magistero papale.


L’Anno Santo si presenta anche come un’occasione di bilancio: per la maggioranza assoluta dell’opinione pubblica italiana, le scelte di apertura assunte da Papa Francesco sono un inizio importante nel cammino di rinnovamento della Chiesa. Nella percezione degli intervistati, la principale difficoltà della Chiesa Cattolica sta oggi nel conciliare fede e storia con le sfide della contemporaneità. Poco meno di un quarto cita lo scandalo degli abusi sessuali. Ulteriori difficoltà segnalate il riuscire a farsi ascoltare sui temi della pace, ma anche coinvolgere le nuove generazioni e frenare la crisi delle vocazioni. 


I 10 anni al Quirinale di Mattarella nell’opinione degli italiani

Il 73% degli italiani esprime un giudizio positivo sui 10 anni di Sergio Mattarella al Quirinale: il dato emerge dall’indagine realizzata dall’Istituto Demopolis.

Il 31 gennaio del 2015 Mattarella veniva eletto Presidente della Repubblica dal Parlamento, per essere poi riconfermato nel 2022.

L’apprezzamento del Capo dello Stato nel decennio appena trascorso risulta politicamente trasversale: le valutazioni positive raggiungono il 94% tra gli elettori del PD e superano l’80% tra chi vota AVS e Forza Italia; l’operato del Presidente della Repubblica risulta apprezzato da circa i 2/3 dei simpatizzanti del M5S e da quasi un elettore su due di Fratelli d’Italia, per ridursi tra quanti votano la Lega.

A colpire di più, nel decennio di Mattarella al Quirinale, è per il 60% degli italiani intervistati da Demopolis il costante richiamo ai valori della Costituzione. La maggioranza assoluta ricorda la difesa delle posizioni europeiste e atlantiste dell’Italia e la complessa gestione delle crisi di Governo, nel 2019 con la nascita del Conte 2, dopo lo strappo di Salvini, e nel 2021 con la formazione del Governo Draghi. Più di 4 cittadini su 10 citano la capacità di rappresentare l’Italia all’Estero e l’attenzione alle nuove generazioni nei suoi costanti messaggi al Paese.

L’Istituto diretto da Pietro Vento ha chiesto infine quali potrebbero essere i nodi problematici che Mattarella dovrà affrontare nei prossimi mesi: più di 2 italiani su 3, il 68%, citano il conflitto istituzionale politica-magistratura, che rischia di aggravarsi in vista della riforma sulla Giustizia e sulla separazione delle carriere. Altri possibili nodi per il Presidente della Repubblica potrebbero essere, nella percezione pubblica rilevata da Demopolis, quelli legati all’eventuale cammino della riforma costituzionale sul Premierato e l’applicazione dell’Autonomia differenziata. Il 40% evidenzia anche i rapporti con i Paesi dell’Unione Europea nella nuova era Trump.

Gli italiani, i Social e le fake news

Oggi 7 italiani su 10 ritengono di poter incorrere in notizie false sui Social Network. E’ uno dei dati che emerge dall’indagine condotta dall’Istituto Demopolis.

I cittadini, di fatto sommersi quotidianamente dalle notizie, manifestano dubbi su ciò che leggono o vedono in Rete, allargando spesso la propria diffidenza anche ai media tradizionali. Il 44% degli italiani dubita spesso della credibilità delle informazioni, viste o lette sui principali Social. Un quarto le mette in dubbio solo qualche volta, il 20% si fida sempre.

Pochi, tra gli utenti dei Social, tendono a controllare la veridicità di una notizia in Rete, cercando conferma da altre fonti: lo fa sempre 1 su 10, spesso il 23%, qualche volta il 27%. Non lo fa mai il 40% dei fruitori dei Social.

Sebbene nutrano dubbi, nella pratica gli italiani cedono ampiamente al gusto della condivisione: il 53% ammette di inoltrare regolarmente ad amici o conoscenti notizie, immagini o video, ritenuti interessanti o sorprendenti, senza verificarne preventivamente l’attendibilità. Fa una verifica preventiva appena il 15%.

Febbraio 2025

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