Demopolis: il peso di partiti e coalizioni a 16 giorni dal voto
A 16 giorni dal voto per le Politiche del 4 marzo, il consenso resta molto instabile: tra quanti immaginano di recarsi alle urne, il 67% ha già un orientamento preciso; il 13% esprime un’intenzione di voto, ammettendo però che potrebbe cambiare idea nelle prossime due settimane. Un quinto degli elettori è ancora del tutto indeciso sulla scelta da compiere.
Nell’ultima indagine condotta prima del black out elettorale previsto dalla legge, l’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, ha scelto di fotografare non soltanto il consenso odierno, ma anche l’elettorato certo, costituito dai cittadini che dichiarano di aver compiuto una scelta definitiva, ed il bacino potenziale dei principali partiti. Se si votasse oggi per la Camera, il Movimento 5 Stelle si confermerebbe primo partito con il 28% (con un voto certo del 23% ed un potenziale del 32%); il Partito Democratico otterrebbe il 22,5%, contando su uno zoccolo duro del 19% e su un potenziale del 26%. Forza Italia avrebbe il 16,5%, la Lega il 14,2%, anch’esse con un bacino più esteso di elettori che non escludono di poterle votare.
Distanti appaiono le altre liste: Liberi e Uguali al 6%, Fratelli d’Italia al 5%. Per il momento, poco sotto la soglia del 3% risultano +Europa della Bonino e Noi con l’Italia.
Con un’affluenza stimata oggi al 66%, un terzo di possibili astensionisti e un ampio numero di indecisi, quella scattata oggi da Demopolis è ovviamente una fotografia del consenso destinata a mutare nelle ultime 2 decisive settimane di campagna elettorale.
“Ad incrementare l’incertezza sull’esito del voto – spiega il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – sono anche le incognite derivanti dalla nuova Legge Elettorale. In assenza della possibilità di un voto disgiunto, il peso dei candidati nei collegi uninominali potrà infatti modificare in modo sostanziale il consenso alle liste nella quota proporzionale. I due terzi degli elettori affermano che, il 4 marzo, voteranno il partito che li convince di più; il 25% pensa invece di effettuare una scelta guardando ai candidati in lista nei propri collegi, anche se di una coalizione o partito differenti da quelli che avrebbero naturalmente votato”.
Con il “Rosatellum”, accanto al peso dei partiti nel proporzionale, torna rilevante – per l’assegnazione dei seggi nella quota uninominale – la forza delle coalizioni. Secondo i dati del Barometro Politico Demopolis per il programma Otto e Mezzo, l’area di Centro Destra, in costante crescita negli ultimi mesi, otterrebbe nel complesso il 38%; il Movimento 5 Stelle si posizionerebbe al 28%. Sul terzo gradino del podio, al 27%, si attesta oggi la coalizione di Centro Sinistra, costituita dal PD e dagli alleati minori.
“Con le attuali stime di voto – afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento – anche la coalizione più forte, quella di Centro Destra, non avrebbe oggi autonomamente i numeri per dar vita ad un nuovo Governo dopo la chiusura delle urne. Le simulazioni di Demopolis confermano che la complessa partita del Centro Destra per il raggiungimento della maggioranza si gioca soprattutto nei collegi del Centro Sud, dove – conclude Pietro Vento – sono ancora decine i seggi in bilico in un testa a testa con il Movimento 5 Stelle”.
Nota informativa – L’indagine è stata condotta dall’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, dal 14 al 15 febbraio 2018, su un campione stratificato di 2.000 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne. Supervisione della rilevazione demoscopica con metodologie integrate cawi-cati-cami di Marco E. Tabacchi. Coordinamento del Barometro Politico Demopolis per il programma Otto e Mezzo a cura di Pietro Vento, con la collaborazione di Giusy Montalbano e Maria Sabrina Titone.
16 febbraio 2018
A norma dell’art. 8 della Legge n. 28/2000, le informazioni relative ai risultati dei sondaggi elettorali per le Elezioni Politiche del 4 marzo, contenute nel sito web e nelle specifiche sezioni di archivio, sono sospese e non aggiornate. Testi e immagini si riferiscono a sondaggi realizzati e pubblicati in data anteriore al 16 febbraio 2018. L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni impone infatti il divieto di diffusione e pubblicazione di sondaggi sui mezzi di comunicazione di massa nei 15 giorni pre-elettorali. E’ fatta salva la permanenza sul sito dei risultati dei sondaggi già resi pubblici nel periodo precedente a quello del divieto.